Ultima settimana dell’anno, che gioia! Intendiamoci, non è che questo sia stato un anno privo di emozioni, tutt’altro, ma l’arrivo di quello nuovo mi ha sempre entusiasmato.
E’ il momento in cui si tirano le somme, si fa un’analisi delle cose ottenute e di quelle ancora da ottenere, e di ciò che si è vissuto: incontri, amicizie, famiglia, amore, lavoro. Che cosa ci è piaciuto dell’anno che sta per finire e cosa vorremmo dal nuovo che sta per iniziare? Ognuno di noi avrà le proprie risposte, andando giù giù, nel profondo, e se non soffrirà l’immersione, avrà modo di prendersi risposte, propositi, e tutto ciò di cui avrà bisogno.
Per l’ultima settimana dell’anno, e con San Silvestro dietro l’angolo, ho pensato e ripensato a cosa potesse rappresentare al meglio il Capodanno, quale fiore, quale centrotavola, quale tendenza. Certo, il Vischio sarebbe d’obbligo, e in questo caso vi racconterei di Freya, dea protettrice degli
innamorati, e delle sue lacrime che, cadendo su di una lancia appuntita costruita con rami di Vischio, si trasformarono in bacche. Bacche che riportarono alla vita il figlio Balder, ucciso dal proprio fratello Loki, accecato di gelosia. E di come da allora, in segno di ringraziamento, la dea Freya baciò chiunque passasse sotto quegli strani rami colmi di perle, promettendo pace, amore e fortuna. Oppure avrei potuto parlarvi della stella di Natale, dell’addobbo della tavola del cenone del trentuno, o dei riti ad esempio, come quello di abbracciare un albero in senso di gratitudine consegnandogli i desideri da realizzare, o di accendere una candela bianca, lasciandola consumare fino alla fine per ringraziare la vita, dando forza e sostegno ai propri obiettivi, illuminandoli.
E invece, vi parlerò di Edera. Edera per il nuovo anno, edera per tutti, edera come se piovesse! Che nessuno possa farsi mancare un po’ d’edera nel nuovo anno. Edera per la forza e per la tenacia, Edera per la purezza, la saggezza e il rispetto. Edera come la leggenda di Dioniso, che narra di quando, ancora in fasce, venne ricoperto dal rampicante, e così protetto dalle fiamme di un fulmine lanciato da Zeus. E prosegue narrandoci che, crescendo, il giovine Dioniso scoprì i piaceri della tavola e scorse nell’aspetto della pianta della Vite similitudini e somiglianze, fatta eccezione per i frutti: piccoli, amari e talvolta velenosi quelli dell’Edera, buoni e succosi quelli della Vite, tanto buoni da spremerli e ottenerne una bevanda squisita e dagli effetti particolarmente euforici. Da allora, venne chiamato Bacco, per il suo essere chiassoso, esuberante e sempre… allegro! Mi piace pensare a Bacco che scompiglia e spariglia, creando caos, clamore e chiasso nell’ordinata tranquillità dell’Olimpo.
Quindi, la parola d’ordine per il 2018 è una, e una sola, edera! Una piantina sul terrazzo non sarà difficile sistemarla, in casa poi, potrete trovare varietà abbastanza resistenti alla vita in interno. E, se già ne possedete, guardatela con occhi diversi. Viene troppo spesso sottovalutata, in fondo l’edera è solo un’edera, vero? Compratene una pianta, domani, trovatele una degna sistemazione, ora l’edera non è più soltanto un’edera, e potrà proteggervi e darvi la possibilità di assimilare la sua tenacia, la sua forza, la sua euforia e la sua esuberanza, facendovi sentire un po’ Dioniso e un po’ Bacco. Una buona partenza per affrontare un fantastico anno nuovo!