14 Dicembre 2018
Circa un mese fa mi trovavo a Roma ad allestire uno stand in una fiera. Si trattava di un rettangolo di circa trecento metri quadrati nel quale sarebbe nato un villaggio di Natale.
Un giorno a disposizione e tante persone (instancabili davvero) che, dando il meglio di sé, hanno trasportato, assemblato e decorato tutto il decorabile: tanti abeti artificiali così belli da sembrar veri, e poi festoni e ghirlande, luci lucine e lucette, presepi, renne e tanto altro ancora. Tra gli innumerevoli alberi di Natale addobbati a festa, uno, decisamente il più grande di tutti, veniva montato dalle abili mani di un funambolo volante, che saltava da una scala all’altra, e che ad occhi chiusi trovava sempre il ramo giusto da incastrare nella sede giusta del tronco. “Lo conosco a memoria” – mi dice sorridendo – “sono sedici anni che lo monto”.
Mi trovavo davanti a Fiocco, l’abete di Natale mascotte dell’azienda, che è stato presente in tutte le edizioni del villaggio natalizio. Un po’ sbiadito, è vero, ma ancora in una forma tale da poter dire la sua e meritarsi rispetto.
La curiosità mi ha portato a contare i giri dei rami, dalla base fino alla punta. Sedici giri, uno per ogni Natale, quasi come fossero i cerchi concentrici degli alberi per dimostrarne l’età.
Lo ammetto, non mi sono mai entusiasmato per un albero artificiale. Ma Fiocco era diverso e a mano a mano che lo stand si riempiva e prendeva vita, anche lui si animava. Scrollandosi di dosso la polvere accumulata in un anno di riposo, iniziava infatti ad intonare qualche canzonetta di Natale accendendosi e spegnendosi nelle molteplici fila di luci bianche che gli si attorcigliavano tutt’intorno.
Quel suo essere un po’ retrò gli donava un aura di saggezza e tra tutti gli addobbi e i balocchi presenti, Fiocco era li a controllare che tutto andasse per il meglio, e che i bambini in visita si meravigliassero per quella magica atmosfera da “tutti felici e contenti”, come in ogni fiaba che si rispetti.
Bravo Fiocco, e bravo chi lo ripropone ad ogni Natale per ricordarsi e farsi ricordare ciò che di bello rappresenta. Non importa che non sia un abete vero, e che sia un po’ sbiadito. Non è il prezzo a determinarne il valore, sono i ricordi ad esso legato a renderlo speciale e a far si che ognuno di noi, e di questo ne sono certo, possa avere un “Fiocco” da rispolverare.