14 Giugno 2019 –
Una grande cucina tipica di campagna, con un grande arco a dividerla dal lungo tavolo che è il fulcro delle attività quotidiane. Mi ritrovo a scrivere questo pezzo in un B&B a Farigliano, nelle Langhe, territorio di rara bellezza e bontà.
Davanti a me una finestra si affaccia sull’esterno. Il verde è totale e intervallato solamente dall’azzurro di un cielo privo di nuvole. Dalla finestra osservo diverse piante da frutto. Provo una sensazione che è un impasto di felicità e orgoglio, perché tutto, o quasi tutto quello che vedo dalla finestra, fino all’altro ieri non c’era.
E da qui, immerso nel nuovo giardino dei frutti antichi, proverò a raccontarvi com’è nato tutto ciò. Innanzitutto il progetto. Il giardino dei frutti antichi, è stato concepito l’autunno scorso durante un sopralluogo. Il B&B aveva davanti a se un lungo rettangolo di prato verde e poco più. Prato da tagliare più che da vivere, prato che scende, prato scomodo e privo di personalità. Completamente differente da Maria, energica e sempre sorridente proprietaria, che di personalità, invece, ne ha da vendere, e la quale mi ha chiesto di fare qualcosa per il suo giardino perché così proprio non lo poteva più vedere.
L’idea di trasformarlo in un giardino di frutti antichi mi è nata ascoltando i suoi racconti d’infanzia e alla passione che Maria ha per la cucina e per le conserve, le confetture e le marmellate. Così è nato Il giardino dei frutti antichi, un progetto che nella ricerca di varietà desuete e dimenticate ha il suo punto di forza e nell’invito al relax, il suo obiettivo. Cinque piazzole disseminate lungo il prato, ora accolgono tre piante da frutto ciascuna, diverse essenze di graminacee e fioriture perenni. Ogni piazzola è arredata di sedie e tavolini, sdraio e dondoli. Per i frutti, che sono e saranno gli assoluti protagonisti, troviamo il melo Annurca, il pesco tabacchiera, il durone di Pecetto, il pero Martin Sec (una vera delizia cotta col vino), susine e albicocche, il Puciu, alias nespolo germanico, il gelso nero, il perocotogno, e un immancabile Fico bragiotto nero.
Un giardino stravolto nell’essenza, è proprio il caso di dirlo, che è divenuto un luogo da vivere, da camminarci dentro, un qualcosa di cui se ne sentiva la mancanza. Un luogo composto da cinque luoghi, uguali e diversi tra loro, nei quali potersi rilassare e riempirsi gli occhi di colori e la mente di profumi di frutta antica, quella lontana e quasi svanita nei nostri ricordi.