David Zonta, Torino
Un grande terrazzo di un piccolo appartamento al settimo e ultimo piano di un palazzo lungo la Dora, a pochi passi dal centro città.
Entrando, o per meglio dire, uscendo sul terrazzo, mi pare di essere in un’oasi protetta dove piante rigogliose creano angoli di luce e ombre, e fronde leggere di gelsomino mosse da improvvisi soffi di vento, sventolano diffondendo nell’aria la dolce fragranza dei suoi tanti fiori.
Mi emoziono, mi stupisco, quasi non mi capacito di quanto può essere feroce la morsa che ti stringe lo stomaco quando assapori profondamente la bellezza. La luce su quel terrazzo è perfetta, e complice l’intreccio coi rami di verde, riflette sul pavimento curiose forme animate.
Tante piante ognuna diversa dall’altra creano un intreccio di natura bellissimo, un effetto selvaggio, delicatamente anarchico. Poi, quasi inciampo in un grande vaso totalmente ricoperto dalle verdi foglie di una pianta di fragole. “Questa l’ho vista spuntare dal nulla” mi dice Patrizia, la proprietaria, “chissà da dove arriva” continua divertita.
Probabilmente qualche seme era già presente nella terra di quel grande vaso e ad un certo punto ha deciso vegetare, o forse un uccello ha inconsapevolmente trasportato i semi rimasti incastrati tra il becco e le piume, depositandoli poi sul terriccio di quel vaso, oppure è stato il vento stesso a sospingere fino a lassù quel seme di fragola e chissà dove l’ha preso, chissà da quale bosco e da quanto lontano.
Fragaria Vesca è il nome botanico della fragola di bosco, ed è la varietà più buona e succosa in assoluto e, per qualche curioso destino, si è ritrovata a crescere non un bosco, ma in un giardino al settimo piano in cui le piante sono in totale sintonia con chi le abita e le vive ogni giorno.
“Non ne sento il possesso” mi dice ancora Patrizia, “mi capita di regalarle, capita anche che muoiano, è normale, e allora si crea il posto per altre nuove. Inutile accanirsi, a volte te ne dimentichi e d’improvviso poi fioriscono”. E forse ha proprio ragione, troppa apprensione non va mai bene, nemmeno con le piante.
Voglio ringraziarlo questo giardino, per il solo fatto di esserci e di essere così, un posto in cui lo stare o il sostare non fa differenza, basta essere generosi nel darsi e perché no, anche nel prendersi.
Un giardino in cui tutto può accadere e nel quale anche le fragole di un bosco possono fiorire.