David Zonta – Torino –
Se dovessi immaginarmi un giardino sulle nuvole, lo vedrei rigoglioso di fiori accesi e foglie esuberanti. Lo immaginerei così, armonico e abbondante con tante sfumature di verde, alberi alti dalle chiome ricadenti e cespugli di felci di sottobosco sprizzare spore come fontane di vita, e poi altalene, tante altalene.
Molto probabilmente se lo saranno chieste anche le paesaggiste Chiara e Stefania dello studio Lineeverdi, nel realizzare un progetto per il Festival Internazionale dei Giardini di Chaumont-sur-Loire, in Francia.
Unico studio di progettazione italiano in gara, le torinesi di Lineeverdi si sono aggiudicate il Prix de la crèation, ovvero, il primo premio per la creazione con il progetto “Tutte le Strelitzie vanno in Paradiso”. Hanno sbancato, hanno vinto e stravinto per “la grande efficacia visiva e concettuale, e al tempo stesso innovativa e straordinariamente verde del progetto”, questa la motivazione della giuria.
Roba da spellarsi le mani in meritati applausi, per queste ragazze che hanno ottenuto un risultato prestigioso, coinvolgendo artisti, artigiani e giardinieri, tutti di Torino e dintorni.
Non mi è solito fare della promozione in questo spazio. Ciò che scrivo ha il solo fondamento dell’ammirazione e della passione che provo per il verde, e quando poi ho visto le immagini della loro realizzazione, non ne ho capita più una.
Nel giardino si cammina su di un pavimento dipinto di cielo azzurro con tanto di bianche nubi e, come isole fluttuanti, si incontrano piante di Strelitzia Reginae (Uccello del Paradiso), alternate a Musa paradisiaca (Banano). Tradotto, fiori dai becchi d’uccello che cinguettano melodie a muse dal dolce profumo e sapore, dei loro frutti paradisiaci. Che incontri spettacolari!
Alle Strelitzie ho già dedicato un articolo tempo fa, parlando di come, per quanto siano simili a becchi d’uccello, questi fiori mi ricordano megafoni pronti a farsi sentire. Ma vedendole accanto alle piante di Musa, il quadro mi si è composto, come d’incanto. È davvero un bel Paradiso, o per lo meno mi piacerebbe che così fosse, tra canti melodici di Strelitzie colorate e dolci profumi di caschi di banane appesi come preziosi ad un girocollo. Verde di sfondo e verde di lato, mentre sopra e sotto solo cielo di morbide nuvole bianche.
Varrebbe la pena di visitarlo, quello in Francia s’intende, un pezzo di Torino, un pezzo di Paradiso, sulle sponde della Loira.