Il fascino misterioso della “lacrima di Chio”

 

lentisco

David Zonta -Torino –

L’ho cercata e raggiunta quest’estate. Isola di Chios, Nord Egeo orientale, affacciata sulle coste turche tanto vicine da vederne lo Skyline fatto di pale eoliche che di notte si illuminano di  rosso al centro che sembrano astronavi.

Dell’isola di Chios, volevo assolutamente conoscere quella che in tutta la Grecia è nota anche come “lacrima di Chio”. Quest’isola è infatti famosa per la “Mastika”, il mastice, la resina estratta da un albero che produce frutti che sembrano grappoli di pepe rosa, e che ha foglie piccole e di un verde lucente che spiccano tra il chiarore a volte accecante.

Si tratta del Lentisco (Pistacia lentiscus) è un arbusto sempreverde della famiglia delle Anacardiaceae, la stessa dell’Anacardo e del Pistacchio, per intenderci. A Chios, la coltivazione di questa specie è un pilastro importante per l’economia locale. La resina si estrae praticando incisioni sul fusto e sui rami in estate, e la si raccoglie dopo che si è rappresa all’aria sotto forma di piccole lacrime solidificate. Mercanzia preziosa, la Mastika la si poteva acquistare in ogni bazar del mondo antico.

 

mastiha_di_chios

 

Oggi è utilizzata in mille modi, sia nel campo della cosmesi che nella medicina alternativa, oltre che in liquori e in golose specialità dell’isola. In passato veniva persino utilizzata nella costruzione delle abitazioni, utilizzandola come una sorta di isolante protettivo tra sassi e calce esterna. Il suo profumo ti inebria e quasi stordisce. Percorrendo quegli infiniti saliscendi della Mastichochoria, la zona a sud dell’isola dove si coltiva il Lentisco, il profumo resinoso è ovunque e ti riempie i polmoni con un effetto rilassante e rinvigorente al tempo stesso. Ma non è solo la fragranza a conquistarti. La forma di questi alberi è affascinante, tronchi legnosi e contorti sostengono folte chiome pettinate dal vento e pure il contrasto cromatico tra il chiaro pastello e il verde acceso, è eccellente.

In una terra secca e bruciata dal sole, le piante di Lentisco lacrimano resina divenendo risorsa per l’uomo che se ne prende cura, e le radici, sviluppandosi nell’aspro terreno, lo migliorano rendendolo fertile e ricco di elementi nutritivi necessari per sopravvivere.

In quell’angolo di Egeo ho vissuto e respirato un legame così profondo tra uomini e piante che non dimenticherò, e che mi è rimasto addosso penetrando nella pelle, come quel profumo.

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