David Zonta -Torino –
Oggi vi voglio raccontare la storia di una pianta bruttina a coi fiori così insignificanti da non esser considerata dagli insetti corteggiatori artefici dell’impollinazione. Con il tempo, però, ha dimostrato di avere un carattere di ferro e non si è data per vinta tanto che, da decenni ormai, è riuscita nell’intento di diventare una delle piante più conosciute (e regalate) al mondo, soprattutto nel periodo natalizio. Vi sto parlando dell’Euphorbia pulcherrima, nota come Poinsettia, ma conosciuta da tutti come Stella di Natale.
Il nome di certo non l’ha mai aiutata: Euphorbia pulcherrima non fa certo pensare alla bellezza di un fiore, così come il nome Poinsettia che, prima di comprendere che si trattasse di una varietà della numerosa famiglia delle Euphorbieceae, venne chiamata in onore dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Messico, tale Joel Roberts Poinsett, che nel 1825 la introdusse negli States.
Come sia poi riuscita a diventare una star planetaria è merito di una trasformazione, un piccolo inganno, un travestimento che le ha spianato la strada verso il successo.
Di origine messicana, la pianta presentava insignificanti infiorescenze chiamate Ciazio (altro nome la cui bellezza è spaventevole) dal colore giallino verdognolo, mentre tutt’intorno le crescevano coloratissime fioriture come le profumate Dahlie, o i grandi Tageti arancioni, simboli floreali della sentitissima festa nazionale messicana del “Dìa del Muertos”.
Ma la determinazione e l’ambizione l’hanno spinta ad inventarsi uno stratagemma, e così una notte, decise di colorarsi le foglie attorno all’esile infiorescenza, di un rosso vivo e talmente lucente da esser visibile da lontano. Mostrava ora con fierezza e vanità, un “fiore” bellissimo e appariscente, e ci volle poco affinché fosse al centro dell’attenzione dei numerosi insetti. Finalmente felice, utilizzava il buio delle notti, più lunghe in inverno, per darsi il colore, e in breve diventò la pianta simbolo del Natale.
Oggi è per tutti la Stella di Natale, una star planetaria che ha trovato nel travestimento (chiamato funzione vessillare) il suo successo, e ora sapete anche che, per essere bella e colorata, necessita di tante ore di lavoro, quasi dieci, meglio dodici ore di buio al giorno.
Perciò non accendetele la luce durante la notte, potreste coglierla sul fatto, mentre è al trucco, e farla rimanere così male da bloccarsi e non fiorire più, che dopo tutta ‘sta fatica sarebbe proprio un peccato.
Buon rosso Natale a tutti!