David Zonta, Torino
Fiori gialli come piccole stelle ricoprono i rami nudi della pianta. Sono fiori familiari, la forma è inconfondibile e riporta al conosciuto e onnipresente Gelsomino.
Pochi giorni fa, mi trovavo in una zona assolata della collina antistante Torino, era mattina presto e il giorno iniziava a conquistarsi lo spazio mentre le tracce della notte si intravedevano ancora. Il prato incolto nel quale affondavano le mie scarpe, era a tratti ancora brinato, e calpestandolo suonava croccante. Inspirare ed espirare diventava un modo giocoso per vivere. Osservavo divertito, infatti, buffe nuvole di vapore uscirmi da naso e bocca, inumidendomi i baffi.
Con la città che si svegliava sotto agli occhi, quel luogo, in leggera pendenza e illuminato da un sole buono, sembrava essere il paradiso in terra, un pezzo di giardino incantato nel quale crogiolarsi e riempire i polmoni di energia pulita.
Avanzando nel prato, tra rami seccati dal gelo invernale e piante spoglie e ancora dormienti, ho incontrato una pianta in fiore. Una vera e propria cascata di piccoli fiori gialli abbarbicati ad esili ma robusti rami verdi ancora privi di foglie. Mi trovavo di fronte ad una pianta di Jasminum nudiflorum che, con orgoglio, esibiva la sua splendida quanto inaspettata fioritura.
E’ una specie di gelsomino proveniente dalla Cina che viene anche chiamato gelsomino d’inverno o invernale, ma è noto con il nome di gelsomino di San Giuseppe, in quanto, normalmente, la sua fioritura coincide con la festa del santo.
Osservandola, si poteva notare che i rami, colmi di fiori gialli, erano ricoperti da un sottile strato di brina: minuscole stelline di ghiaccio che, con l’avanzare del sole, si scioglievano svelando il folto giallo floreale sottostante, acceso e luccicante per merito del riflesso solare. Un luccicare simile alle stelle in cielo, talmente brillanti da sembrare intermittenti.
Forse mi trovavo davvero in un giardino incantato, con la città che si risvegliava come sfondo, e un giardino fatto di erba croccante e piante che, anticipando i tempi per poter giocare con il ghiaccio, fiorivano stelle regalando l’illusione di una Via Lattea mattutina a pochi passi dalla città, sulla collina.
Grazie Gelsomino di San Giuseppe, forse non lo sai, ma le tue stelle ora si vedono anche da quaggiù, quando la foschia è bassa e lo smog pare una cappa. Le vedo luccicare e ora so che ti stai divertendo.