David Zonta, Torino
In questa situazione davvero strana, che ricorda molto una saga fantascientifica, ci troviamo tutti a fare i conti con le nostre paure e le angosce, con il sacrificio e con la fatica.
Dobbiamo stare in casa, ma ciò non significa che non possiamo esplorare. Anche se in modo virtuale, quindi, oggi proverò a portarvi in un territorio lontano ai confini della steppa russa, tra Romania e Ucraina, precisamente in Moldavia, dove ho trovato un albero davvero insolito e rappresentativo, oltre che per questa nazione, forse anche per noi tutti: l’Olivello spinoso.
Appartiene al genere chiamato Hippophaë, e non è una pianta tipica della macchia mediterranea come il nome suggerisce. L’Olivello predilige, infatti, i climi freddi ed è diffuso soprattutto in vaste aree europee come le Alpi e i Carpazi, ma è in Moldavia che è divenuto un protagonista della coltivazione agricola del paese.
Nelle zone rurali della Moldavia, in autunno, lo si può vedere, carico di frutti simili a Kumquat, di un arancione acceso. I frutti vengono raccolti uno alla volta facendo attenzione alle spine acuminate che ricoprono il tronco. Esageratamente ricchi di vitamina C, i suoi frutti, ottimi per le conserve, sono soprattutto utilizzati per l’impiego fitoterapico, e in special modo per i trattamenti di carenze immunitatrie e nella prevenzione di malattie infettive (!).
Apparentemente insignificante per tutto l’anno, l’Olivello spinoso diventa sconvolgente in autunno, quando i suoi frutti ricoprono letteralmente ogni ramo e, rimanendoci attaccati per tutto l’inverno, creano un autentico e inaspettato spettacolo.
La cosa che penso possa esserci d’aiuto, però, l’ho scovata nel nome: il genere Hippophaë, a cui l’Olivello appartiene, parrebbe riferirsi all’antica tradizione greca di inserire frutti e foglie di questa pianta nella dieta dei cavalli, per renderne, sì, più lucido il manto, ma soprattutto, e qui sta il nesso, per contribuire a renderli più forti e resistenti alla fatica, evitandogli pertanto i continui e dolorosi colpi di bacchetta, volti a spronarli a dare di più.
Ecco, in questo periodo di grande fatica rendiamoci più forti con l’Olivello provando a trasformare i vincoli in opportunità. L’Olivello spinoso è una bellissima metafora ricostituente che ci spronerà a dare ancora di più, perché la fatica è tanta, ma noi possiamo sostenerla, e uniti e tutti insieme, faremo primavera, una bellissima e colorata primavera mai vista prima d’ora.