David Zonta, Torino
L’occasione era perfetta per un mazzo di fiori da sistemare su quel tavolo sotto al porticato. Era un momento importante, solenne, e richiedeva un’accoglienza speciale.
Mi trovavo in una casa di campagna di un piccolo paesino costituito da poche case, una piazza, una Chiesa e poco altro. Nel cortile antistante il porticato solamente ghiaietto arso dal sole e qualche temerario ciuffo di malerbe, ma di fiori non v’era presenza, o comunque si nascondevano bene.
Mi ci è voluto del tempo per trovare i primi timidi, giallognoli e un po’ sgualciti, fiori di Tarassaco, e una volta rotto il ghiaccio, i fiori, uno alla volta, sono apparsi.
A distanza di una decina di metri, coperti da ciuffi d’erba prepotente, esili rami di camomilla in fiore mi strizzavano l’occhio e una volta raggiunti, da lì, ho potuto scovare, poco distante, dei graziosissimi fiori di trifoglio, e poi ancora a ruota, bacche di rosa, qualche fiore di lavanda, rami rossi appena vegetati di photinia, un bel ramo contorto di un vecchio rosmarino, persino qualche ramo ancora fiorito di iperico giallo intenso, e poi, infine, una pianta di rosa con ancora tre o quattro steli con grandi e profumatissimi fiori rosa, sembrava essere lì da sempre ad aspettarmi.
Il bottino era abbondante e sufficiente a comporre un bel mazzo, e così è stato. Quel tavolo sotto al porticato aveva ottenuto i suoi fiori, e tutto ciò che stava intorno, di colpo, pareva essere più bello.
“Riuscirò a trovare qualche fiore da raccogliere”, mi sono detto, in fondo la natura è generosa per definizione, e infatti, ancora una volta non si è smentita. Ma è sul termine raccogliere che vorrei porre l’attenzione.
I vecchi proverbi custodiscono da sempre tanta saggezza, e chi semina raccoglie può effettivamente sembrare un invito alla semina, celando forse uno sbilanciamento d’importanza tra la semina e il raccolto a vantaggio della prima. E’ la natura stessa poi a bilanciare il tutto, perché, se è vero che è importante seminare, e farlo bene con attenzione e cura, è altrettanto vero che la semina risulterà assolutamente inutile se nessuno poi raccoglierà. E’ importante saper raccogliere ed è doveroso e necessario farlo.
Dopo qualche ora sono ritornato in quel cortile, e sotto al porticato, su quel tavolo, il mazzo di fiori selvatici raccolti lì davanti, teneva per mano un gruppo di amici che si ritrovavano a celebrare l’occasione, e la bellezza si diffondeva tutt’intorno, valicando i confini di quel luogo. Insieme ai fiori ho raccolto anche quel momento e, in un certo senso, è come se l’avessi inserito nel mazzo, perché di quello si trattava, si trattava di splendidi fiori seminati tempo prima con grande cura e attenzione.
La meraviglia di raccogliere è anche questa e la bellezza di comporre con ciò che la vita ti regala e pari allo stupore di raccogliere dalla terra ciò che la natura semina.
E allora, non smettiamo mai di seminare e facciamolo per bene, ma soprattutto non dimentichiamoci di raccogliere affinché quel vaso non rimanga mai vuoto, non rimanga mai senza fiori.