David Zonta – Torino –
Settimana scorsa sono stato invitato a presenziare alla cerimonia per il riconoscimento di monumentalità ad un esemplare bicentenario di Magnolia Grandiflora, nel parco alto del Castello di Rivalta.
Una bella soddisfazione per gli Eco-volontari Rivaltesi, fautori dell’iniziativa, e che grazie alla loro tenacia e passione, sono riusciti nel loro intento.
Sotto gli imponenti rami di quell’albero c’erano rappresentanti del Comune di Rivalta, della Città Metropolitana di Torino, gli orgogliosi volontari, ma soprattutto c’erano tanti bambini. Diverse scolaresche infatti, hanno aderito all’iniziativa, e mano nella mano, i bambini creavano tutt’intorno un bel girotondo.
Si respirava allegria e fanciullezza in quel parco e dopo vari interventi di rito si è scoperta la preziosa targa. Tutti i bambini giù a raccoglier una foglia ciascuno in un delizioso baccano di urla e contagiose risate, che è divenuto la colonna sonora del resto della mattinata, nel quale gli adulti si confrontavano tra loro nel constatare quanto sia ormai e purtroppo sempre più raro, il contatto da parte dei bambini, alla natura.
Mi è stato chiesto di dir loro qualcosa e con rispettoso silenzio mi hanno ascoltato. Gli ho parlato di come vedo io le piante e il verde tutto. Ho detto loro che gli alberi vivono e che hanno occhi, naso, bocca e orecchi; i rami sono tante e forti braccia, e le radici sono gambe ancorate al terreno. Ho detto loro che solo perché non parlano, non fanno le fusa, o non scodinzolano, ciò non significa che non vivano. Gli ho chiesto di rispettarli come rispettano se stessi, perché gli alberi sono e saranno per sempre il loro ossigeno. Un grande “ohhhh” a questo punto, si è levato fino ai rami più alti della Magnolia, e seguendolo con lo sguardo, ho visto tanti bambini scherzosi e spensierati giocare e ridere tra loro, appollaiati su ogni ramo di quella pianta. Ridevano così tanto che anche la Magnolia muovendo le sue tante e forti braccia, li faceva traballare come fosse una giostra e ridendosela con loro.
Penso che fossero anni che non si divertisse così tanto quell’albero. Albero che è patrimonio di tutta la cittadinanza e di chiunque voglia andare a vederlo, albero che è capace di unire le persone. Albero che dovrebbe poter stare in ogni nostro angolo di verde, in ogni nostro giardino, come una grande giostra per i bambini e perché no, per tutti noi.