David Zonta, Torino
A volte gli incontri più sorprendenti mi accadono per caso, camminando a zonzo per una Torino sempre più in aria di vacanza. Mi capita così di intrufolarmi nei tanti e spesso nascosti cortili della città. Interni di cortile diversi tra loro, eleganti e trasandati, in stile Liberty o rattoppati un po’ così, alla bell’e meglio.
Mi piacciono tutti, nessuno escluso, perché parlano di storie di persone e di piante, di muschio tra i ciottoli e di edere che penzolano dai balconi di ringhiera. Alcuni sono quieti e silenziosi, altri invece sono animati da un viavai di normale routine quotidiana, ma ognuno con una sua particolarità, un aspetto distintivo. Come fosse un documento d’identità, di residenza, o meglio ancora di appartenenza, ogni cortile racconta un po’ chi lo vive e in che modo lo vive. Qualcuno solo di passaggio per gettare l’immondizia, altri invece il cortile lo vivono passandoci del tempo. Allora saluti, chiedi il permesso di dare una sbirciatina e ti senti come se entrassi in casa loro, che ti vien da pulirti le scarpe.
Mi trovavo al civico 39 di Via Mazzini, in pieno centro. Un cortile molto verde per le tante piante presenti, ma anche grazie alla luce che, riflettendo sulle foglie, ne assume la tonalità e la diffonde attorno. Un cortile di botteghe artigiane e tanta creatività, con un atelier sartoriale, un laboratorio di ceramica e gioielli, botteghe d’artisti, e una maison di pittura. Creatività che evidentemente ha contagiato anche una pianta di Asparagina che non ha resistito al fascino del cortile e, dall’interno di un laboratorio si è accomodata all’esterno.
Si tratta di una pianta di Asparagus plumosus o setaceus, discendente dal più noto e gustoso Asparagus officinalis, e come sia riuscita ad uscire da sola, ha del prodigioso. Un piccolissimo pertugio, una piccola quanto invisibile fessura tra il serramento di legno antico e il vetro, è stata la porta d’accesso al cortile, lei l’ha vista e si è infilata oltrepassando la finestra con il suo ramo. Come un braccio fuori dal finestrino con la mano tesa a catturare l’aria, le soffici e morbide foglie si sono aperte non appena l’impavido ramo ha guadagnato centimetri verso l’esterno. Se vi capita fateci una visita, ha dell’incredibile.
Un’Asparagina curiosa e determinata a scegliersi lo spazio e conquistare il diritto di starci, e che ci dimostra, ancora una volta, che in fondo tutto è davvero possibile, basta volerlo.