L’arte del Kokedama è sospesa, affascinante, zen e al tempo stesso selvaggia.
La parola “Kokedama” significa letteralmente “palla di muschio” ed è un termine che proviene dalla lingua e dalla cultura giapponese. Si tratta di un modo di coltivare e di disporre le piante che risale al 1600. Viene definito anche come il bonsai dei poveri in quanto non necessita dei costosi vasi di ceramica Raku. Il contenitore che “vive” e si trasforma con il tempo è di per sé affascinante, e la possibilità di farli fluttuare nell’aria , una meraviglia scenografica.
Siamo nel campo della filosofia del wabi-sabi, un elogio all’invecchiamento, alla modificazione del tempo, alla bellezza dell’imperfezione.