ll’interno del reparto di Pronto Soccorso dell’Ospedale Regina Margherita, La stanza in più è intesa come spazio per prendersi cura di chi cura, nella convinzione che la propria persona sia il principale strumento di lavoro, il terreno in cui le competenze si incarnano e si fanno relazione. A maggior ragione, quando si lavora con bambini e ragazzi. L’idea è che possa essere uno spazio di decompressione non solo per chi ci lavora, ma anche per i ragazzi che attraversano il reparto, un luogo, dunque, che offra respiro ma anche raccoglimento.
Spesso, chi lavora nel campo della cura, quando esce o quando si ritaglia uno spazio rigenerante al di fuori dell’intervento, tende a restare sulla soglia, sia fisicamente che metaforicamente, senza staccare davvero. Lo spazio individuato per La stanza in più è all’esterno, e si presta dunque anche strutturalmente a lavorare su questi temi. L’abbiamo infatti pensato come spazio in cui entrare, progettandolo con elementi di richiamo atti allo scopo e con un arredo verde che crea un abbraccio che accoglie e ripara.
La stanza, che etimologicamente ha a che fare con lo stare, si fa dunque luogo in cui stare per stare, in cui sostare per rigenerarsi, non già per andare altrove, bensì per continuare a stare con rinnovata energia nei propri impegni e compiti.
Il progetto prevede la presenza di tre esemplari di Catalpa bungei, anche chiamata albero dei sigari i quali, grazie al portamento ombrelliforme, riparano l’area dai raggi solari donando freschezza rigenerante durante le assolate giornate estive. Tutto ruoterà attorno ad essi, che saranno ospitati, come tutte le altre essenze, in vasche di resina tinta “corten”, un chiaro richiamo cromatico alla corteccia degli alberi e al sottosuolo del bosco.
I cromatismi saranno un’altro fattore protagonista, che indurrà lo sguardo di chi osserva a perdersi nei colori delle essenze, un misto di grigio paglia, rosa antico, porpora, e lilla sulla base dei verdi pastello e malva, della vegetazione. La forza dell’albero dei sigari, caratterizzato dalla robusta corteccia e dall’indole protettiva, intesa sia come riparo dai raggi solari, sia come efficace anti-zanzare naturale, verrà contrapposta alla delicatezza di una moltitudine di leggeri arbusti perenni, volti a ricreare una sorta di prateria urbana in un contesto ospedialiero, qualcosa di inaspettato che trasforma un luogo sanitario.
La stanza in più è un’idea nata dall’incontro tra una psicologa e un floral & garden designer, convinti che la formazione nei luoghi di lavoro debba diventare sempre più un territorio di riflessione e azione per professionisti che lavorano con la creatività, intesa come capacità rigenerante di dare vita a qualcosa di nuovo.
La nostra intenzione è quella di recuperare l’impianto e l’ispirazione umanistica che dovrebbero essere intrinseci ad ogni atto formativo e mettere al centro la cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita. E per fare questo vogliamo utilizzare le piante e i fiori, perché i benefici del verde sono confermati da tempo anche sul piano scientifico.
Pensiamo, in poche parole, che per lavorare bene le persone debbano stare bene. E pensiamo che le persone stiano meglio se lavorano in un ambiente bello, e che la bellezza del luogo di lavoro sia in stretta relazione con la bellezza delle pratiche organizzative.
La stanza in più è un progetto di Land Art Lab, a cura di Elena Patris e David Zonta.
Ringraziamenti:
Vogliamo ringraziare la Fondazione Albero gemello Onlus per averci fortemente voluto, e tutto il meraviglioso gruppo di lavoro dell’Ospedale Regina Margherita di Torino per il supporto e sostegno. Infine grazie a tutto lo staff del Garden Center Le Serre di Piobesi Torinese, per la preziosa collaborazione.
ll’interno del reparto di Pronto Soccorso dell’Ospedale Regina Margherita, La stanza in più è intesa come spazio per prendersi cura di chi cura, nella convinzione che la propria persona sia il principale strumento di lavoro, il terreno in cui le competenze si incarnano e si fanno relazione. A maggior ragione, quando si lavora con bambini e ragazzi. L’idea è che possa essere uno spazio di decompressione non solo per chi ci lavora, ma anche per i ragazzi che attraversano il reparto, un luogo, dunque, che offra respiro ma anche raccoglimento.
Spesso, chi lavora nel campo della cura, quando esce o quando si ritaglia uno spazio rigenerante al di fuori dell’intervento, tende a restare sulla soglia, sia fisicamente che metaforicamente, senza staccare davvero. Lo spazio individuato per La stanza in più è all’esterno, e si presta dunque anche strutturalmente a lavorare su questi temi. L’abbiamo infatti pensato come spazio in cui entrare, progettandolo con elementi di richiamo atti allo scopo e con un arredo verde che crea un abbraccio che accoglie e ripara.
La stanza, che etimologicamente ha a che fare con lo stare, si fa dunque luogo in cui stare per stare, in cui sostare per rigenerarsi, non già per andare altrove, bensì per continuare a stare con rinnovata energia nei propri impegni e compiti.
Il progetto prevede la presenza di tre esemplari di Catalpa bungei, anche chiamata albero dei sigari i quali, grazie al portamento ombrelliforme, riparano l’area dai raggi solari donando freschezza rigenerante durante le assolate giornate estive. Tutto ruoterà attorno ad essi, che saranno ospitati, come tutte le altre essenze, in vasche di resina tinta “corten”, un chiaro richiamo cromatico alla corteccia degli alberi e al sottosuolo del bosco.
I cromatismi saranno un’altro fattore protagonista, che indurrà lo sguardo di chi osserva a perdersi nei colori delle essenze, un misto di grigio paglia, rosa antico, porpora, e lilla sulla base dei verdi pastello e malva, della vegetazione. La forza dell’albero dei sigari, caratterizzato dalla robusta corteccia e dall’indole protettiva, intesa sia come riparo dai raggi solari, sia come efficace anti-zanzare naturale, verrà contrapposta alla delicatezza di una moltitudine di leggeri arbusti perenni, volti a ricreare una sorta di prateria urbana in un contesto ospedialiero, qualcosa di inaspettato che trasforma un luogo sanitario.
La stanza in più è un’idea nata dall’incontro tra una psicologa e un floral & garden designer, convinti che la formazione nei luoghi di lavoro debba diventare sempre più un territorio di riflessione e azione per professionisti che lavorano con la creatività, intesa come capacità rigenerante di dare vita a qualcosa di nuovo.
La nostra intenzione è quella di recuperare l’impianto e l’ispirazione umanistica che dovrebbero essere intrinseci ad ogni atto formativo e mettere al centro la cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita. E per fare questo vogliamo utilizzare le piante e i fiori, perché i benefici del verde sono confermati da tempo anche sul piano scientifico.
Pensiamo, in poche parole, che per lavorare bene le persone debbano stare bene. E pensiamo che le persone stiano meglio se lavorano in un ambiente bello, e che la bellezza del luogo di lavoro sia in stretta relazione con la bellezza delle pratiche organizzative.
La stanza in più è un progetto di Land Art Lab, a cura di Elena Patris e David Zonta.
Ringraziamenti:
Vogliamo ringraziare la Fondazione Albero gemello Onlus per averci fortemente voluto, e tutto il meraviglioso gruppo di lavoro dell’Ospedale Regina Margherita di Torino per il supporto e sostegno. Infine grazie a tutto lo staff del Garden Center Le Serre di Piobesi Torinese, per la preziosa collaborazione.